La quantità di neve accumulata durante l’inverno nelle regioni montane ha un impatto critico sulle risorse idriche disponibili durante le stagioni colturali, e il Nord Italia e le Alpi ne sono un chiaro esempio. Ottimizzare sia le risorse energetiche sia quelle idriche è fondamentale alla luce della crisi idrica degli ultimi anni, che rende necessario migliorare la precisione nel monitoraggio del contenuto idrico del manto nevoso, espresso come Snow Water Equivalent (SWE). Poiché questo compito è particolarmente complesso e pericoloso quando il carotaggio della neve deve essere eseguito da operatori umani in zone remote e ad alta quota, sono stati sviluppati modelli computazionali per ricavare stime di SWE a partire dall’altezza del manto nevoso misurata dai nivometri, dalle osservazioni satellitari e dai dati meteorologici. Recentemente, lo sviluppo di nuovi tipi di sensori prossimali basati sulla tecnologia Cosmic Rays Neutron Sensing (CRNS) ha aperto la possibilità di fornire misurazioni continue di SWE in siti remoti.


